Immutato
rispetto al passato, è un documento storico, unica
testimonianza al mondo di acquario ottocentesco. Rispetto
ai grandi acquari europei ed americani, grandiosi e
spettacolari, quello di Napoli appare sobrio, quasi
austero. In realtà esso, riflettendo il gusto dell'epoca
nelle sue strutture architettoniche e nei criteri
d'esposizione degli animali, è solo 'diverso' dagli
altri, e perciò unico ed inimitabile. Fu aperto al
pubblico il 12 gennaio 1874, quando simili strutture
cominciavano appena a comparire in Europa. Solo nella
seconda metà del secolo scorso, infatti, grazie alla
nuova intesa intellettuale stabilitasi tra naturalisti e
chimicifisiologi, era stato trovato il sistema per
mantenere a lungo in cattività gli organismi marini. Per
la progettazione fu dato incarico ad Alford Lloyd, un
ingegnere inglese che aveva acquisito una notevole fama
come consulente d'acquari, per avere messo a punto, nel
suo negozio di Portland road, un sistema di circolazione
che permetteva di mantenere a lungo gli animali in vasca
senza dover cambiare l'acqua. Il tipo di circolazione
scelto fu 'semiaperto' ed ebbe subito un successo
straordinario, tanto che venne adottato da molti altri
acquari costruiti più tardi, come quello di Monaco di
Montecarlo.
L'Acquario di Napoli è ancora di tipo semiaperto. Da due
grossi bacini posti nel sottosuolo, l'acqua viene pompata
nelle vasche e da queste ritorna poi ai bacini. Durante
il percorso circa 1/3 dell'acqua viene sostituita. Prima
di essere messa in circolazione l'acqua, prelevata dal
Golfo a 300 metri dalla costa ed a una profondità di 11
m., sosta in un serbatoio di decantazione. Le 23 vasche
d'esposizione, la cui capacità varia da 250 a 69.000
litri, sono allestite con pietre vulcaniche naturali ed
illuminate in gran parte dall'alto da luce naturale. Gli
animali esposti provengono tutti dal Golfo di Napoli che,
nonostante l'incidenza dell'inquinamento, è ancora una
delle aree più ricche di forme viventi. La vasca delle
gorgonie, vero e proprio giardino fiorito, o quella degli
Astroides, che, grazie al frullato che
quotidianamente viene loro somministrato, espandono i
polipi, regalano spettacoli di rara bellezza. Anfore
romane, nelle quali si nascondono murene e granchi
infastiditi dalla luce, 'mummarelle' napoletane con
Spirographis, sottolineano l'unicità di questo acquario.
Compatibilmente con le esigenze di spazio e le
difficoltà di adattamento di alcuni animali, è
assicurata la presenza di tutti i gruppi zoologici.
Accanto alle specie più comuni, la cui acclimatazione in
mezzo confinato non genera eccessivi problemi, vengono
mostrate anche quelle 'delicate' che di regola non
sopportano a lungo la cattività. Recentemente parte
delle collezioni scientifiche della Stazione Zoologica,
composte da esemplari rari e comuni della fauna del Golfo
di Napoli, è stato utilizzato per allestire una piccola
mostra di animali conservati in una sala annessa
all'Acquario pubblico. Gli animali fungono da 'pretesti'
per attirare l'attenzione del grande pubblico su temi di
vasta e grande attualità, soprattutto di carattere
biologico ed ambientale.
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le immagini





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The
Naples Aquarium, founded in 1873, was the first aquarium
opened to the public. This predominantly scientific
aquarium houses Mediterranean flora and fauna, and the
policy is to contribute to the preservation of the marine
environment. Under the coordination of Flegra Bentivegna
two approaches are used: 1) educational; and 2)
scientific and practical. The aim of the educational
policy is to make the public aware, through the
distribution of scientific data and observations, of the
decline in the marine environment. The exhibition of new
specimens or plants in a small, traditional aquarium such
as the Naples facility, attracts much public interest,
particularly when endangered species are involved. Such
occasions are thus used to alert the public to the
importance of safeguarding the sea and its inhabitants.
Cases in point are the tanks containing replicas of the Posidonia
oceanica environment, and the tanks housing Corallium
rubrum. These 'endangered' species, are still found
in the Gulf of Naples and can be seen in the Aquarium.
Illustrative material is available that describes the
species and explains how they have become rare. The
ongoing scientific-practical activities are devoted to
safeguarding the marine turtle. The aim is to increase
this population in the wild and to improve our scientific
knowledge of these animals in order to protect them
better. In 1983, the Naples Aquarium started a
rehabilitation program whereby wounded Loggerhead Sea
Turtles, Caretta caretta, from the Gulf of Naples
are recovered, rehabilitated, and released. These turtles
are commonly victims of maritime traffic, pollution, or
are wounded by hooks or nets.Caretta caretta do
not come into this area to reproduce. Very probably, the
turtles enter the Gulf of Naples to graze, and they
probably come from the east Mediterranean basin where
numerous deposition sites are located. To verify this
hypothesis Flegra Bentivegna began in October 1995 to
track a rehabilitated sea turtle in the, Mediterranean
Sea using satellite telemetry. Information such as
location, dive duration, and water temperature will help
to develop a conservation strategy for Caretta caretta.
Last year, 17 specimens of Caretta carettawere
maintained in the Aquarium prior to their release, and
their growth rate and some parameters of respiratory
behaviour were studied. Temperature was found to play a
role in the growth of Caretta caretta. In fact,
growth is almost zero at 13-17°C, while it increases at
22-27°C. Food requirement and conversion values were
also maximum at 22-27°C. Therefore, it appears that
optimal growth of Caretta caretta occurs at about
25°C. Flegra Bentivegna also demonstrated that
temperature affects the voluntary dive duration of Caretta
caretta when the animal is in captivity. With an
increase in temperature the per cent duration time
decreased. Between 22 and 27°C dives never lasted longer
than 40 min. Between 13-17°C, dive duration increased,
but was never longer than 120 min. These findings clearly
show that the resistance of a diving sea turtle is lower
in summer than in winter. Data on dive duration can be
useful to evaluate the chances of survival of a sea
turtle trapped in a net. Attempts have also been made to
breed the sea horse in captivity. The two species, Hippocampus
hippocampus and Hippocampus guttulatus, present in
the Mediterranean, have gradually almost disappeared from
the Italian coast, where they were once abundant. The
main aim of this research, sponsored by Omega Seamaster,
is to re-introduce reared sea horses into protected
areas.
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